ciao a tutti sono enne2, un militante del nucleo studentesco operante a Viterbo, di solito rappresento il nucleo nei rapporti extrateritoriali con gli altri gruppi studenteschi appartenenti all'area comunista.
Siamo un gruppo di circa venti ragazzi che operano nelle scuole, in questi due anni ci siamo presi i posti di rappresentanza nell'istituto scientifico sviluppando assemblee su tematiche a noi care (impatto ambientale, la Resistenza, il lavoro precario, l'ordine pubblico...), in particolare abbiamo iniziato a proporre una rete di scambio libri usati fra gli studenti, abbiamo creato un giornale interno all'istituto e siamo stati i promotori degli scioperi e delle assemblee allargate alla Provincia, Comune, giornali e famiglie che hanno gettato le basi per la costruzione di un nuovo edificio dignitoso per il liceo e che dovrebbe ospitare anche il classico; abbiamo avvicinato nuovi ragazzi e questo anno contiamo di entrare anche in altre scuole.
Siamo in rapporto con i compagni dei collettivi studenteschi di Terni e Lucca e stiamo gettando le basi per un rapporto con alcuni di Roma, Genova e Napoli.
Qui sotto riporto una sorta di programma o presentazione che utilizziamo solitamente nelle riunioni con gli altri gruppi.
Alcuni punti fondamentali del progetto studentesco.Il fine.il fine del progetto studentesco deve essere triplice. Per prima cosa bisogna prefiggersi di raggiungere dei miglioramenti per il corpo studentesco, sia a livello economico che con il miglioramento delle strutture, bisogna insomma fare e mirare a risultati concreti. Non per risolvere i problemi dello stato borghese ma per far vedere che i compagni sono in grado di farlo e per sviluppare la cooperazione studentesca come strumento alternativo. Per secondo fine il progetto deve riabilitare la figura del compagno. Ultimo fine, forse il più importante, è quello di creare e formare nuovi militanti, seguendo adempiendo al sempre bisognoso compito di ampliare le file, utile per il futuro e per qualsiasi altro progetto.
Il metodo.Il metodo che abbiamo elaborato si basa su due tappe fondamentali che guardano sempre al fine della nostra azione.
Per prima cosa proponiamo una battaglia sociale sul pratico a cui tutti si sentono vicini per necessità (edilizia scolastica scadente, caro-libri ,riforme indesiderate sul recupero debiti, assemblee banali, poca attenzione al problema ambientale, ecc…), in questa prima tappa presentiamo il problema nei suoi risvolti più dannosi per il singolo ragazzo mettendo in evidenza quello che tutti pensano e che vedendolo scritto ha il suo effetto, dopo di ciò, per non limitarci alla critica proponiamo una possibile soluzione, che non sia impossibile e utopistica ma concreta e pratica. La seconda tappa sta nello spiegare, a coloro che si sono avvicinati ai servizi offerti o al gruppo militante studentesco, il perché profondo di tali problemi, andando dunque ad analizzare in maniera politica la questione, riconducendo il tutto al sistema economico vigente. Questo metodo segue fedelmente i fini, infatti se le cose sono fatte bene migliorano la scuola, il dimostrare di comprendere i problemi e offrire soluzioni riabilita la figura del compagno e lo riavvicina alla gente, il metodo di analisi evita che chi si è avvicinato sparisca finita l’esperienza studentesca e inoltre permette al ragazzo di avere strumenti adatti a cogliere le contraddizioni sociali anche nel mondo del lavoro e nella società in generale.
L'immaginario comune.Innanzitutto bisogna attuare un sistema di autoformazione e autodisciplina che imponga ad ogni militante del progetto studentesco la massima serietà e organizzazione. Il tutto visto in un’ottica di collaborazione dove ognuno è essenziale per i compiti che gli vengono attribuiti e non deve venire meno a questi (addetti alla grafica, ai rapporti extraterritoriali, alla formazione, alla sicurezza, ecc.). Per seconda cosa è necessario sviluppare in maniera innovativa la grafica, creando volantini e manifesti accattivanti dal punto di vista grafico dato che ci troviamo nella civiltà dell’apparenza nostro malgrado. È essenziale abbandonare l’immaginario fricchettone riguardante non violenza e droghe e scegliere un immaginario comune che oscilli dalla simbologia dell’arditismo a quella della rivoluzione bolscevica,dalle lotte degli anni ’70 alle culture di strada.
Come rapportarsi con gli altri.Ritenendo fallimentari sia l’elitarismo che il trasformismo/nascondismo che hanno caratterizzato le uniche vie dei compagni negli ultimi anni, riteniamo necessario tornare fra la gente ma tornarci per quel che siamo, come comunisti, evitando naturalmente l’esasperazione e la pesantezza che spesso porta a chiuderci in ghetti auto indotti. Per ottenere rispetto dobbiamo rappresentare nella società, nei quartieri e nella città un punto di riferimento per la gente comune. Coscienti che l’altra faccia del rispetto deriva dalla paura indotta e dalla dignità e la coerenza dimostrate, dobbiamo altresì abbandonare l’idea vittimistica e sostituirla con quella di voglia di fare, questo anche riguardo al problema fascismo: il nostro antifascismo è fare per il comunismo, fare per la società, rubando loro spazi e terreni fertili. Naturalmente in caso di aggressioni o cose del genere si passa all’azione frontale, ben organizzata e militare (a questo scopo è importante creare gruppi di addestramento e di autodifesa), non di provocazione inutile né vittimista. Insomma dobbiamo evitare che la nostra gente ci tema, mentre dobbiamo tornare a farci temere dai nostri avversari essendo più organizzati e più forti di loro.
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