30 settembre 2008

Progetto Indastria saluta..

Progetto Indastria e’ un gruppo di lavoro che opera nella citta’ di Lucca.

Il progetto nasce e si sviluppa in un ambito cittadino con l’obiettivo di riuscire a intervenire in situazioni e meccanismi, comuni poi alla maggior parte del territorio Italiano, che distruggono quelle relazioni solidali e comunitarie necessarie per ricostruire qualsiasi sviluppo sociale e di lotta.

Per questo l’idea madre del progetto è da subito stata quella di “ripartire da zero”, di ricominciare a costruire con le persone, siano studenti, lavoratori o casalinghe, percorsi di organizzazione solidale e mutuo soccorso.

Come?

Promuovendo progetti che diano la possibilita’ concreta di risolvere piccoli problemi comuni e quotidiani fidandosi e collaborando col vicino di casa, col compagno di banco o col collega a lavoro. E che in seguito possano dare la dimensione di come l’incontrarsi e l’organizzare risposte collettive possa mano a mano affrontare tematiche più complesse.

Abbiamo inaugurato Progetto Indastria dando noi per primi l’esempio concreto di quello che sosteniamo, l’abbiamo fatto occupando uno stabile pubblico abbandonato, ristrutturandolo, rendendolo agibile e socialmente operativo con i nostri progetti.

L’”occupazione sociale” ha mostrato in poco tempo alla città la possibilità di rispondere a problemi concreti laddove le istituzioni non riescono e promettono per anni.

Adesso Progetto Indastria continua a promuovere corsi di autodifesa del precario, programmi di potere d’acquisto sociale, sviluppo di corsi di software libero e la costruzione di una biblioteca cartacea e on-line di accesso gratuito;

tutto questo dimostrando le nostre ragioni con i fatti e nella realtà quotidiana piuttosto che in improbabili battaglie ideologiche e mediatiche.

IL PRIMO PASSO PER ADERIRE A PROGETTO INDASTRIA E’ INCONTRARSI
(parla col tuo vicino, col tuo amico, col negoziante sotto casa)

IL SECONDO PASSO è DISCUTERE
(trova soluzioni possibili organizzando le risorse in un gruppo)

IL TERZO è AGIRE
….

26 settembre 2008

eXit, un grande lavoro ci attende!

eXit ha riaperto (ovviamente) i battenti dopo la piccola pausa estiva. Un anno di esperienza, un anno di formazione, un anno di lavoro; questo ha caratterizzato lo scorso anno.
Forti del vissuto e dei percorsi intrapresi con entusiasmo da ottobre ad agosto, aggiungiamo un anno di maturità al piatto della bilancia, raccogliendo un ottimo risultato complessivo.

Ripercorriamo velocemente i passi che hanno contraddistinto lo scorso anno:
  1. Progetto "libro bianco sull'edilizia scolastica", nostro primo progetto pratico portato avanti e che quest'anno vedrà la conclusione.
  2. Organizzazione di eventi, concerti, iniziative, tra cui il Filthy Streets Punk Festival, festival in collaborazione con lo United Club e altre realtà torinesi che ha portato band italiane e straniere e un afflusso di oltre 500 persone in due sere.
  3. Ottenimento di un riconoscimento dall'ARCI che ci ha permesso di usufruire di alcuni spazi in totale autonomia, tra cui una sede per autorganizzare attività.
  4. Abbiamo contribuito in maniera determinante a organizzare la mobilitazione studentesca dopo la tragedia alla ThyssenKrupp con uno striscione apparso anche nel lavoro fotografico collettivo benefit per le famiglie.
  5. Contribuito alla redazione del giornale di quartiere autoprodotto "Aurora" in collaborazione con l'associazione Idea Sherwood.
  6. Mercatino del libro usato contro il carovita scolastico.
  7. Un percorso di formazione di economia e politica di base attraverso diffusione di materiale prodotto ad hoc da compagni universitari e da un lavoro di dibattito e socializzazione delle conoscenze tra essi e gli studenti medi.
Inutile dire che quest'anno ripartiamo da questi punti rilanciando con una serie di iniziative in cantiere, iniziative che intendono costruire un percorso comune che porti nel tempo a costruire un bacino scolastico/giovanile propenso ed attivo nei confronti di un'alternativa socialista (solidale e mutualistica) rispetto al liberismo (individualismo ed egoismo), oramai in crisi irreversibile.

24 settembre 2008

Anche in Sardegna qualcosa si muove...





















Anche quest'anno (il terzo) i Giovani Comunisti hanno organizzato il mercatino del libro usato, per contrastare il carolibri e chi vuole rendere la scuola più costosa.

23 settembre 2008

Voglia di mercatino del libro in Sicilia


Quest'estate ha visto un susseguirsi di iniziative diffuse legate al carolibri. Torino, Perugia, Roma, Cagliari, Pescara sono solo alcune delle città dove sono stati messi in atto tentativi di mitigare il carolibri attraverso percorsi mutualistici concreti. L'iniziativa più consueta e praticata è stata il mercatino del libro usato: semplice, diretto e funzionale.
Anche in Sicilia si sono avute esperienze di successo. Ad esempio a Barcellona Pozzo di Gotto, in provincia di Messina, il mercatino ha prodotto un volume di libri venduti e comprati sull'ordine delle centinaia, con afflussi notevoli durante i giorni di mercato. Inoltre, durante l'iniziativa, è stata firmata una petizione sul carolibri da presentare alla regione.
Insomma, operazione compiuta con successo!

22 settembre 2008

nucleo studentesco

ciao a tutti sono enne2, un militante del nucleo studentesco operante a Viterbo, di solito rappresento il nucleo nei rapporti extrateritoriali con gli altri gruppi studenteschi appartenenti all'area comunista.
Siamo un gruppo di circa venti ragazzi che operano nelle scuole, in questi due anni ci siamo presi i posti di rappresentanza nell'istituto scientifico sviluppando assemblee su tematiche a noi care (impatto ambientale, la Resistenza, il lavoro precario, l'ordine pubblico...), in particolare abbiamo iniziato a proporre una rete di scambio libri usati fra gli studenti, abbiamo creato un giornale interno all'istituto e siamo stati i promotori degli scioperi e delle assemblee allargate alla Provincia, Comune, giornali e famiglie che hanno gettato le basi per la costruzione di un nuovo edificio dignitoso per il liceo e che dovrebbe ospitare anche il classico; abbiamo avvicinato nuovi ragazzi e questo anno contiamo di entrare anche in altre scuole.
Siamo in rapporto con i compagni dei collettivi studenteschi di Terni e Lucca e stiamo gettando le basi per un rapporto con alcuni di Roma, Genova e Napoli.
Qui sotto riporto una sorta di programma o presentazione che utilizziamo solitamente nelle riunioni con gli altri gruppi.

Alcuni punti fondamentali del progetto studentesco.

Il fine.
il fine del progetto studentesco deve essere triplice. Per prima cosa bisogna prefiggersi di raggiungere dei miglioramenti per il corpo studentesco, sia a livello economico che con il miglioramento delle strutture, bisogna insomma fare e mirare a risultati concreti. Non per risolvere i problemi dello stato borghese ma per far vedere che i compagni sono in grado di farlo e per sviluppare la cooperazione studentesca come strumento alternativo. Per secondo fine il progetto deve riabilitare la figura del compagno. Ultimo fine, forse il più importante, è quello di creare e formare nuovi militanti, seguendo adempiendo al sempre bisognoso compito di ampliare le file, utile per il futuro e per qualsiasi altro progetto.

Il metodo.
Il metodo che abbiamo elaborato si basa su due tappe fondamentali che guardano sempre al fine della nostra azione.
Per prima cosa proponiamo una battaglia sociale sul pratico a cui tutti si sentono vicini per necessità (edilizia scolastica scadente, caro-libri ,riforme indesiderate sul recupero debiti, assemblee banali, poca attenzione al problema ambientale, ecc…), in questa prima tappa presentiamo il problema nei suoi risvolti più dannosi per il singolo ragazzo mettendo in evidenza quello che tutti pensano e che vedendolo scritto ha il suo effetto, dopo di ciò, per non limitarci alla critica proponiamo una possibile soluzione, che non sia impossibile e utopistica ma concreta e pratica. La seconda tappa sta nello spiegare, a coloro che si sono avvicinati ai servizi offerti o al gruppo militante studentesco, il perché profondo di tali problemi, andando dunque ad analizzare in maniera politica la questione, riconducendo il tutto al sistema economico vigente. Questo metodo segue fedelmente i fini, infatti se le cose sono fatte bene migliorano la scuola, il dimostrare di comprendere i problemi e offrire soluzioni riabilita la figura del compagno e lo riavvicina alla gente, il metodo di analisi evita che chi si è avvicinato sparisca finita l’esperienza studentesca e inoltre permette al ragazzo di avere strumenti adatti a cogliere le contraddizioni sociali anche nel mondo del lavoro e nella società in generale.

L'immaginario comune.
Innanzitutto bisogna attuare un sistema di autoformazione e autodisciplina che imponga ad ogni militante del progetto studentesco la massima serietà e organizzazione. Il tutto visto in un’ottica di collaborazione dove ognuno è essenziale per i compiti che gli vengono attribuiti e non deve venire meno a questi (addetti alla grafica, ai rapporti extraterritoriali, alla formazione, alla sicurezza, ecc.). Per seconda cosa è necessario sviluppare in maniera innovativa la grafica, creando volantini e manifesti accattivanti dal punto di vista grafico dato che ci troviamo nella civiltà dell’apparenza nostro malgrado. È essenziale abbandonare l’immaginario fricchettone riguardante non violenza e droghe e scegliere un immaginario comune che oscilli dalla simbologia dell’arditismo a quella della rivoluzione bolscevica,dalle lotte degli anni ’70 alle culture di strada.

Come rapportarsi con gli altri.
Ritenendo fallimentari sia l’elitarismo che il trasformismo/nascondismo che hanno caratterizzato le uniche vie dei compagni negli ultimi anni, riteniamo necessario tornare fra la gente ma tornarci per quel che siamo, come comunisti, evitando naturalmente l’esasperazione e la pesantezza che spesso porta a chiuderci in ghetti auto indotti. Per ottenere rispetto dobbiamo rappresentare nella società, nei quartieri e nella città un punto di riferimento per la gente comune. Coscienti che l’altra faccia del rispetto deriva dalla paura indotta e dalla dignità e la coerenza dimostrate, dobbiamo altresì abbandonare l’idea vittimistica e sostituirla con quella di voglia di fare, questo anche riguardo al problema fascismo: il nostro antifascismo è fare per il comunismo, fare per la società, rubando loro spazi e terreni fertili. Naturalmente in caso di aggressioni o cose del genere si passa all’azione frontale, ben organizzata e militare (a questo scopo è importante creare gruppi di addestramento e di autodifesa), non di provocazione inutile né vittimista. Insomma dobbiamo evitare che la nostra gente ci tema, mentre dobbiamo tornare a farci temere dai nostri avversari essendo più organizzati e più forti di loro.
Per qualsiasi domanda o suggerimento contattateci.

Perché?

Perché questo blog? Una domanda legittima in un'epoca in cui l'informazione sembra essere un flusso inarrestabile che poco aggiunge alla conoscenza, ma molto produce in termini di confusione generale.
Bene, rispondiamo subito partendo dall'inizio.
La crisi globale della sinistra italiana ha generato, come in un processo a catena, una paralisi quasi totale dell'attività politica all'interno delle scuole medie superiori. Queste ultime hanno perso quella spinta innovativa che garantiva, in forme e intensità differenti, una sorta di laboratorio ove sperimentare pratiche e innovazione sociale.
La scuola, sempre più assorbita nel processo di produzione del capitale, ha prodotto una chiusura a qualsiasi forma di contagio dal basso.
In pochi anni sono diventati egemonici tutti i processi che hanno l'individualismo e l'indifferenza come capisaldi, promossi e benedetti da dirigenze scolastiche sempre più manageriali e da riforme strutturali costruite ad hoc.
All'ombra di questo cielo scuro e denso, i gruppi studenteschi della sinistra sembrano aver perso la rotta, navigando a vista e riproducendo dinamiche in un loop infinito.
E così, mentre il sistema scolastico sta diventando globalmente sempre più inaccessibile e aggressivo, le organizzazioni giovanili di sinistra si perdono in attività sempre più marginali e inconcludenti, alimentando il disagio e la sensazione di impotenza di chi, invece, vuole proporre nuove mappe per la navigazione.
Nonostante ciò, alcuni gruppi sparsi lungo tutto il territorio nazionale hanno individuato nuove vie organizzative e intrapreso nuovi percorsi di lavoro, attività che sembrano dare una smossa all'immobilismo scolastico.
Cosa caratterizza queste realtà?
Fondamentalmente sono tre i punti di rottura rispetto al passato, punti che seppur non rivoluzionari (nessuno sta scoprendo l'America), concatenati assieme producono già una notevole differenza rispetto alla norma.
  1. Progettualità. Costruire percorsi di lavoro all'interno del mondo scolastico e giovanile che non si esauriscano nella classica parabola inconcludente del "movimento studentesco", quella che produce mobilitazioni solo fino alle prime verifiche di fine quadrimestre. Cercare soluzioni locali ai problemi che abbiano come motore principale il mutualismo e la solidarietà. Soluzioni seppur piccole ma concrete nell'immediato e non in un ipotetico scenario futuro.
  2. Organizzazione. Badare all'organizzazione come strumento (ma non come fine) tra quelli fondamentali per il raggiungimento di obiettivi politici. Costruire gruppi di lavoro specifici in cui il senso di responsabilità sia messo in evidenza onde evitare di disperdere buoni propositi nell'oceano del "qualcuno lo farà".
  3. Immaginario. Colpire, destrutturare e ricomporre l'immaginario giovanile, percorso da una serie di luoghi comuni che lo spingono verso i lidi della reazione. Disarticolare il mito della ricerca della forza e della prepotenza come antidoti all'insicurezza diffusa; sfondare il velo dell'individualismo egoista che produce indifferenza per gli altri ma anche per sé; abbattere il muro di diffidenza verso l'ipotesi socialista nella società, nella cultura e nella scuola.
Esistono già alcune esperienze che lavorano con profitto secondo queste linee; esperienze che iniziano a sentire la necessità di articolarsi per condividere i propri percorsi, progetti e iniziative. Come gocce di mercurio, questi gruppi hanno avvertito una spinta a coagularsi, per ora solamente in forma leggera attraverso incontri e scambi di idee.
Il blog rappresenta il passaggio successivo: un piccolo punto di partenza per iniziare a codificare ed, eventualmente, coordinare le realtà, oltre ad essere un'ottima vetrina per chi sente lo stimolo a lavorare secondo queste linee e non saprebbe da dove partire.